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Partirà da maggio la sperimentazione finanziata dalla Regione Emilia Romagna e promossa dall'azienda ospedaliera Sant'Anna di Ferrara sul rapporto fra la Ccsvi (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica) e la sclerosi multipla. L'annuncio atteso da migliaia di pazienti e' arrivato dallo stesso professor Paolo Zamboni, ricercatore del Sant'Anna e 'padre' dello studio sul rapporto fra sclerosi multipla e Ccsvi, patologia identificata dal Zamboni e considerata una possibile concausa della sclerosi multipla.

'Brave Dreams', la sperimentazione finanziata dalla Regione Emilia Romagna con uno stanziamento di 2 milioni e 742mila euro, coinvolgera' 685 pazienti in una ventina di centri che hanno aderito a livello nazionale. Due terzi dei pazienti saranno sottoposti sia al trattamento diagnostico (flebografia) sia all'angioplastica (l'allargamento delle vene che hanno subito le stenosi che caratterizzano la Ccsvi), il restante terzo subira' solo la flebografia, in pratica non sara' 'operato'.

Il doppio cieco (ovvero il sistema che prevede che ne' i pazienti ne' i ricercatori siano a conoscenza di chi appartiene ad un gruppo o all'altro), come hanno spiegato lo stesso Zamboni, il direttore generale del Sant'Anna Gabriele Rinaldi e il direttore dell'Agenzia sanitaria regionale Roberto Grilli, rappresenta la garanzia che il risultato finale della sperimentazione abbia la piu' alta affidabilita' scientifica possibile.

''Da questo momento Brave Dreams diventa esclusivamente un marchio scientifico – ha detto Zamboni – nessuno potra' utilizzarlo per raccogliere fondi o per altre iniziative che non siano lo studio stesso che stiamo presentando''.

Ad attendere la partenza del 'trial' sono tantissimi ammalati italiani di sclerosi multipla, molte statistiche ne contano 50-60mila. I pazienti, hanno detto i presentatori dello studio, saranno selezionati dai centri scientifici di riferimento presso i quali devono essere stati in cura per almeno due anni. Nessuno potra' quindi rivolgersi ad un altro centro se non e' stato ammesso in quello presso il quale e' stato seguito. I pazienti saranno inoltre selezionati dal loro neurologo e dovranno decidere se essere inclusi nella sperimentazione o no. Ogni paziente sara' seguito per un anno, lo studio sara' completato entro due anni dall'inizio dei trattamenti.

Fonte: blitzquotidiano.it